8 mar 2018

Telefonata da un'altra dimensione

Già ho avuto modo di raccontarvi come Gianna Battistella sia stata la persona che, oltre trent’anni fa, mi ha fatto giungere le pezzuole benedette da Swami Roberto le quali, una volta poste sul corpo malato di mia figlia, l’hanno miracolosamente guarita (Vedi il post: Mia figlia ha riavuto la vita).
Nel corso degli anni, tra me e Gianna è poi nata anche una grande amicizia e, ogni volta che la incontravo, lei non perdeva occasione di parlarmi delle sue straordinarie esperienze in presenza di Swami Roberto fin da quando lo aveva conosciuto che era ancora un ragazzino.

Oggi desidero condividere con voi il racconto di un fatto accaduto in una di quelle estati in cui Roberto veniva in Veneto, per passare qualche settimana dalla nonna Antonietta a Loria, in provincia di Treviso.
Roberto era solito andare a trovare Gianna, che abitava lì vicino. Così accadeva spesso che delle persone le chiedessero di farle parlare con quel ragazzino minuto di cui la gente raccontava cose grandi.
Gianna mi disse che un giorno molto caldo di luglio le telefonò una signora da un paese vicino, per chiederle se poteva accompagnare Roberto a casa sua, perché c’erano diverse persone che avevano bisogno di lui. Roberto acconsentì e partirono in bicicletta.

Giunti a destinazione, Roberto iniziò a ricevere le persone… c’era un bel gruppetto in attesa… ma, dopo le prime due, Roberto chiamò Gianna.
Swami le disse che in quella stanza c’erano dei demòni con dei brutti occhi che lo minacciavano di fargli del male se lui rimaneva lì.
Nel raccontarmi questo episodio, Gianna mi confidò che inizialmente lei non credeva tanto a quelle parole, apparentemente un po’ esagerate, e gli aveva detto: «Mi ci vorrebbero i tuoi occhi per vedere se è vero»… ma lui aveva insistito dicendole: «Gianna! Se tu vedessi… è orribile!». Lei comunque lo pregò di continuare a ricevere.

Con grande fatica, Swami riuscì a ricevere altre persone, ma poi chiamò ancora Gianna e le disse che per il bene della famiglia che li ospitava era meglio andare via. Così, lei trovò una scusa con la padrona di casa, poi salirono in bicicletta e presero la via del ritorno.

Circa a metà strada, Roberto si fermò e ripeté a Gianna che in quella casa c’erano i demòni. Gianna mi disse che Roberto era pallidissimo «bianco come il muro», e aveva la pelle d’oca, nonostante il grande caldo che c’era. «Sai Giancarlo… ho preso proprio paura a vederlo in quelle condizioni». Capii cosa voleva dirmi, perché in fondo parliamo pur sempre di un ragazzino esile.
Comunque, risaliti in bicicletta, in breve arrivarono a casa di Gianna. Lei invitò Roberto a sdraiarsi sul divano per riprendersi un po’.
Subito dopo, mentre stava preparando il caffè, Gianna sentì squillare il telefono… «Giancarlo, tu non immagini cosa mi è successo! Ho ancora i brividi mentre te lo racconto».
La incalzai: «Dai Gianna! Non farmi sospirare».
E così, tutta emozionata, mi raccontò che al telefono aveva sentito una voce sconosciuta, strana, come da un’altra dimensione, che le disse: «In quella casa c’erano veramente i demòni!».

Gianna si spaventò e riattaccò la cornetta. Subito Roberto le disse:
«Hai sentito? Ora hai avuto una conferma per te!».

Lei rimase sconvolta perché Roberto non poteva aver sentito cosa le aveva detto quella voce al telefono. Inoltre, mi assicurò che solamente lei era al corrente di quello che Swami aveva visto in quella casa.

P.S. - Questo racconto è confermato anche da una testimonianza manoscritta di Gianna Battistella.